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SANDA NECOLE BLUES
il nuovo singolo
fuori il 29 Aprile
Il cantautore e polistrumentista pugliese Fabrizio Piepoli, alla vigilia delle celebrazioni in onore di San Nicola nella sua Bari, presenta il nuovo singolo “Sanda Necole blues”, un canto che suona come un’invocazione al “protettore” nativo di Myra per gli innumerevoli viaggi di dolore e speranza da parte dei pellegrini del nostro mare, un blues segnato dai suoni “percussivi” del dialetto barese e dallo stile melismatico della tradizione araba, un vero e proprio dono che Piepoli fa alla sua città “meticcia” la cui storia è sintetizzata nella relazione con San Nicola.
“Sanda Necole blues”, interamente scritto e interpretato da Fabrizio, è il brano-manifesto di un sound chiamato Tarabtella, che fonde in chiave elettronica e contemporanea il Tarab, l’anima profonda della melodia araba, e il groove della tradizionale tarantella pugliese.
“Sanda Necole Blues” verrà presentato mercoledì 7 maggio a Bari nell’ambito del Corteo storico di San Nicola 2025
“Un brano che parla di migrazione, speranza, appartenenza, della mia città che avverto sempre più come un mosaico di identità e generazioni differenti, inclusiva e curiosa, orizzontale come il suo mare, pulsante tra Oriente e Occidente come il beat e la melodia di questa canzone”
Videoclip ufficiale diretto da Domenico Larocca
Questa canzone racconta la storia di un giovane migrante che sta per imbarcarsi per raggiungere l’altra riva, la terra in cui io vivo, che per lui è terra “straniera” di speranza e per me luogo garantito da un diritto di nascita. Chiede a San Nicola di proteggerlo per non annegare al largo di un mare nero.
Sanda Necole blues è la storia di una vita che sfugge a un destino di oppressione e morte attraversando un mare, il Mediterraneo, che è insieme promessa e tomba. È un “blues” che appartiene a una lunga catena di canti sgranati nel tempo, come un rosario millenario.
È una preghiera che echeggia tenacemente nei canti di devozione popolare, tra le volte di ogni cripta cristiana e ortodossa, nelle chiamate alla preghiera dai minareti delle moschee, nei rituali di benedizione dei villaggi, nel beat meticcio delle città.
Ed è proprio la mia città meticcia che voglio raccontare attraverso questo videoclip diretto da Domenico Larocca. Una città abitata e agita sempre più da soggetti appartenenti a molteplici etnie, nuove generazioni di cittadini che ridefiniscono il concetto stesso di cittadinanza e appartenenza, srotolandolo come un tappeto sul quale ci si siede insieme a condividere un cibo cucinato da tutti, sgretolandolo nella sua vecchia accezione esclusivista: a ci appartinë? “a chi appartieni”, si dice da sempre qui a Bari, intendendo che solo chi è nato qui “appartiene” veramente.
Una città che vorrei assomigliasse sempre più a quella che vivo nel microcosmo intimo delle persone a me care, alcune delle quali compaiono come attrici e attori in questo piccolo film o hanno contribuito alla sua realizzazione: Balsam, palestinese, studente della Facoltà di Medicina; Brenda, cubana, studentessa anche lei di Medicina; Ana, afrobrasiliana, ristoratrice e anima pulsante dell’attivismo e associazionismo barese; Juan, spagnolo, fotografo; Rita e i suoi figli Selina, Adam e Eliana che, insieme a Giuseppe, formano una splendida famiglia italo-palestinese; Lorena e Giovannangelo, viaggiatori e cuori pulsanti di ospitalità e curiosità per ogni storia umana proveniente da qualunque parte del mondo.
Una città abitata da persone che portano i segni del genocidio, dell’oppressione e della discriminazione ma che da queste ferite traggono la forza di una creatività esuberante e generosa, messa a disposizione di una comunità cui sentono profondamente di appartenere.
Questa città esiste già e appare come un mosaico di identità e generazioni differenti, inclusiva e curiosa, orizzontale come il suo mare, pulsante tra Oriente e Occidente come il beat e la melodia di questa canzone.